Ipswich, 1° novembre 1920
Dov’ero arrivato ieri? Ah, ecco, era a Maggio… Accidenti alla signora O’Brien, quante volte le avrò detto di non toccare nulla nella mia scrivania? Tanta solerzia sarebbe calzata meglio in un’algida donna tedesca piuttosto che in una discendente di emigranti irlandesi… Uff… Eccola, finalmente! Allora, 23 maggio 1920.
– Rumore di meccanismi di un vecchio mangiadischi –
“Mi parli un po’ della sua vita prima della guerra.. Che cosa intendo? Be’ può descrivermi i suoi studi, per esempio. Lei mi sembra un giovane come me, di buona famiglia e, mi permetta, anche dotato di una formazione e un’istruzione superiore. Ah! Miskatonic anche lei.. Antropologia, storia e archeologia? Affascinante.. Se non erro sono le cattedre dei professori Freeborn, Ashley ed Essex…
Professor Essex, mio caro amico… No, non Morgan. Purtroppo il professor Morgan, di archeologia, è scomparso in una spedizione scientifica nelle isole Azzorre giusto qualche anno fa. Strana vicenda davvero, deve esser stata infatti una tragica fatalità, dato che in università se ne parla sempre sussurrando.. Cosa?!? Lei ha partecipato alla spedizione del professor Morgan? Mi dica… Asmodeus! Infernale gattaccio, via da qui!”
– Nuovamente il rumore del mangiadischi, con un click finale –
Accidenti anche ad Asmodeus, quel felino è una vera piaga. Non è mio, intendiamoci. Non che non mi piacciano i gatti. Sono belli, sinuosi, indipendenti e sanno farsi amare quando desiderano qualcosa da noi. Eppure non riesco ad apprezzare Asmodeus. Era il gatto del capitano Lex, sapete? È stato lui ha portarlo per la prima volta da me, in un’uggiosa giornata di luglio, poco prima di… Ma forse di questo è meglio non parlarne ancora.
Cerchiamo di andare per ordine, se no non riuscirò a compilare questo diario, l’unica cosa che mi da una certa serenità in questi giorni funesti.
Ero rimasto fortemente colpito dall’affermazione fatta dal mio paziente il primo giorno in cui ci eravamo incontrati. La vita era strana, mi dissi, in quanto mai avrei pensato di trovarmi davanti all’unico sopravvissuto della più disastrosa spedizione scientifica della mia università.
Solo dopo una faticosa ricerca, che svolsi nei giorni seguenti tra vecchi compagni e amici professori, potei infine raccogliere, ostacolato da una tale reticenza generale da sembrare quasi omertà, qualche brandello in più di quei fatti.
Forse sarebbe stato meglio non iniziare a scavare, spesso la curiosità è una pessima consigliera. Io ho iniziato un viaggio che s’inoltra nell’ignoto e non so se avrò le forze di voltarmi e tornare indietro, verso la luce.
Alberto Massaiu
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