Il Regno – o Stato – del Sarawak fu un potentato del Borneo diventato indipendente dal Sultanato del Brunei nel 1841 e retto dalla esotica e suggestiva dinastia di “rajah bianchi” resa celebre dal suo fondatore, l’avventuriero britannico James Brooke, che ha ispirato l’antagonista letterario del leggendario pirata Sandokan, partorito dal genio creativo di Emilio Salgari.
James Brooke forse non era così cinico e malvagio come appare nei romanzi del pirata di Mompracen, ma per certo fu un uomo coraggioso, astuto ed estremamente ambizioso.
Nato nella parte di India già britannica nel 1803, Brooke fu l’ultimo di una lunga serie di inglesi che divennero estremamente ricchi, potenti e influenti grazie a quella fortunata combinazione di audacia, buona sorte e spirito commerciale che caratterizzò l’epoca a cavallo tra XVIII e XIX secolo.
Dopo una parentesi di servizio nella East Indian Company, Brooke si era messo in proprio, cercando opportunità nel Borneo. La svolta della sua vita si verificò nel 1838, quando grazie al suo aiuto il sultano del Brunei, Omar Ali Saifuddien II, riuscì a reprimere una terribile rivolta nella regione del Cerava, anche detta Sarawak.
Il suo intervento fu così determinante da impressionare il sultano, tanto dal decidere di affidargli il governatorato dell’area, col compito di difendere i traffici commerciali dai frequenti fenomeni di pirateria – da qui, probabilmente, il collegamento con il Sandokan letterario.
Tra il 1841 e il 1842 Brooke passò da governatore a vero e proprio rajah, contrattando l’autonomia dei suoi territori dal sultano dietro il pagamento di 1.000 sterline. Da quel momento egli divenne il punto di riferimento per la corona britannica nell’intera area indonesiana e degli stretti di Malacca, che sorvegliava dalla sua capitale, Kuching.
Il Regno del Sarawak, governato da James e dai suoi successori per oltre un secolo, accettò di diventare un protettorato britannico nel 1888, sul modello dei rajah indiani. Sotto il governo della famiglia Brooke il paese si espanse e prosperò, affittando o acquisendo terre dal vicino sultanato del Brunei, tra cui la celeberrima isola che diede il soprannome al personaggio salgariano di Lady Marianna Guillonk: Labuan. Al suo apogeo lo Stato vantava un territorio di quasi 125.000 km², con 800.000 abitanti.
James Brooke e i suoi successori si dedicarono a proteggere e coinvolgere la popolazione indigena nello sviluppo del paese, tra cui i dayak e gli iban – celebri “cacciatori di teste” – e i malesi, con cui formò milizie terresti e marinare tra cui il reggimento scelto dei Sarawak Rangers, fondato nel 1862 e addestrato al combattimento nella giungla, oltre che favorire l’immigrazione dei commercianti cinesi, che generò benessere e scambi commerciali con il Celeste Impero.
Nel 1941 il paese, governato da Vyner Brooke, che sarà l’ultimo membro della famiglia a governare il Sarawak, verrà invaso e occupato dai giapponesi, fino alla liberazione da parte delle truppe australiane nel 1945. L’anno dopo, spinto dalla forte pressione di Londra e della moglie, questi contrattò con la Corona britannica la cessione formale del suo dominio – in cambio di vitalizi e benefici – che si concretizzò il 1° di luglio.
Il nipote Anthony fu l’unico a non riconoscere questo passaggio di consegne, tanto che venne infine bandito dalla regione fino al 1963, anno in cui il Sarawak scomparve del tutto come paese indipendente, entrando come Stato federato all’interno dell’unione tra Malesia, Sabah e Singapore.
Alberto Massaiu
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